sabato 2 dicembre 2017

Phaethon.

L’asteroide Phaethon ci passerà accanto il 16 dicembre

3200 Phaethon, l’asteroide responsabile della pioggia meteorica delle Geminidi, si sta avvicinando sempre più, facendo un flyby storico. Prepariamoci a vederlo sfrecciare nel cielo

(Foto: NASA/JPL-Caltech)
(Foto: NASA/JPL-Caltech)
Prepariamoci a vederlo sfrecciare nei nostri cieli nella notte del 16 dicembre prossimo. 3200 Phaethon, l’asteroide da cui si genera la spettacolare pioggia meteorica delle Geminidi, sta infatti per compiere un flyby storico: proprio in quel giorno, infatti, verso la mezzanotte italiana raggiungerà una distanza di circa 10 milioni di chilometri dalla Terra. Una distanza storica per questo asteroide, tanto che il Minor Planet Centerdell’International Astronomical Union lo ha classificato come una asteroide “potenzialmente pericoloso” per il nostro pianeta (ma precisiamo che non c’è alcun rischio di impatto).
3200 Phaethon è davvero molto particolare. Come avevamoraccontato alcuni giorni fa, infatti, l’asteroide si avvicina al Solepiù di qualsiasi altro, raggiungendo una distanza in perielio di0,14 Ua (meno della metà di quella di Mercurio). Ed è l’unico asteroide mai osservato che genera stelle cadenti. Ma come si possono originare queste meteore da un asteroide? L’ipotesi più accreditata, suggerita dalla Nasa, è quella che 3200 Phaethon fosse una volta una cometa, ma che abbia perso ora la maggior parte del suo materiale facendo emergere il nucleo esterno.
In questi giorni, tuttavia, viene considerato una rock comet, ovvero un tipo molto raro di oggetto che degrada le particelle di roccia, invece che di ghiaccio. Anche se le domande sulla sua origine rimangono ancora irrisolte.
Sarà, perciò, un dicembre con il botto. 3200 Phaethon sarà più luminoso che mai: dalla fine di novembre all’inizio di dicembre raggiungerà magnitudine 16 (anche se ricordiamo che il 3 dicembre ci sarà a distrarci un altro spettacolo, quello dellasuper Luna), mentre a metà dicembre avrà magnitudine 11, per poi scomparire dalla vista dei nostri telescopi tra il 19 e il 21 dicembre.

Il risveglio dei vulcani.

Non è un caso... 

Centomila evacuati, aeroporto chiuso con conseguente blocco di quasi sessantamila tra turisti stranieri e residenti, rischio di esplosione imminente per il vulcano Agung che non eruttava lava da oltre mezzo secolo. È massima allerta sull'isola di Bali, perla dell'Indonesia e fiore all'occhiello dell'arcipelago del Sud-est asiatico.
Agung si trova nella parte orientale di Bali, lontano dalle principali attrazioni turistiche, ma il rischio immediato è rappresentato dalle ceneri vulcaniche diffuse nell'aria con l'eruzione già nei giorni scorsi (tanto che le autorità hanno raccomandato l'uso di mascherine protettive) mentre quello incombente riguarda la possibilità di un'eruzione ben più potente che avrebbe le caratteristiche di un'esplosione, un po' come (per fortuna in scala minore) quella che squarciò il Krakatoa nel 1883 provocando tsunami a ripetizione che uccisero 36mila persone.
Anche se secondo alcuni esperti esiste la possibilità che l'eruzione dell'Agung si prolunghi per mesi trasformandosi in un evento a intensità variabili, quello del Krakatoa è un incubo sempre presente nella memoria storica degli indonesiani. Preceduta da mesi di violenti tremori e di emissioni di ceneri, l'eruzione esplosiva del 26 agosto 1883 ebbe due fasi: dapprima proiettò nell'atmosfera una nuvola nera che si innalzò addirittura per 25 chilometri, mentre una serie di maremoti nelle vicinanze dell'isola vulcanica (fortunatamente disabitata) investiva con onde altissime le coste di Sumatra e di Giava. Sembrava che il peggio fosse passato, ma non era così: alcune ore dopo l'isola, letteralmente, esplose con uno spaventoso boato che fu udito a migliaia di chilometri di distanza, fino in Australia e in lontani Paesi asiatici. Il cono vulcanico, alto mille metri, scomparve e tutta l'Indonesia piombò nel buio in pieno giorno, scossa da una sequenza di maremoti che provocarono i famigerati tsunami con danni immensi nelle isole vicine.
La tragedia del Krakatoa è impresa a caratteri cubitali nella storia della vulcanologia, ma anche della meteorologia, perché l'enorme quantità di ceneri proiettate nell'atmosfera provocò effetti importanti sul clima dell'intero pianeta: la temperatura media annua scese di circa un grado e si calcolò che l'indice di trasparenza atmosferica si ridusse di oltre il 20% dopo che in un paio di settimane le ceneri fecero il giro della Terra. Vi fu anche una conseguenza pittoresca del disastro naturale: per molti mesi le polveri colorarono i tramonti di un rosso intenso in tutto il mondo.
L'esplosione del Krakatoa era stata preceduta da un altro evento terrificante occorso su un'isola indonesiana: l'esplosione del vulcano Tambora, forse la più violenta nel mondo degli ultimi millenni. Avvenuta nell'aprile 1815, provocò effetti simili a quella del Krakatoa: quasi la metà del cono vulcanico alto circa 4000 metri fu proiettata nell'atmosfera, oscurando il cielo dell'Indonesia con i suoi detriti. Ma le ricadute interessarono perfino l'Europa e parte degli Stati Uniti, dove il 1816 passò alla storia come «l'anno senza estate», con ondate di freddo e nevicate fuori stagione. Solo un secolo dopo gli scienziati compresero il nesso diretto tra l'esplosione del Tambora e quello straordinario evento meteo.

Danger......

In un’intervista al Daily Star, Meade ha detto che “siamo in pericolo imminente, il tempo sta già cambiando a causa del collegamento elettromagnetico tra i pianeti e ai campi gravitazionali. Sperimenteremo condizioni meteorologiche insolite, tempeste, vulcanismo e grande attività sismica, con un picco massimo all’inizio del mese di agosto. Esistono sulla Terra dei super vulcani come il Mauna Loa alle Hasaii. Quando questo pianeta X si avvicinerà così tanto, si scateneranno eruzioni colossali e violenti tsunami che nel Pacifico si dirigeranno rapidamente sia verso il Giappone che verso la costa degli Stati Uniti d’America. Poi nell’Atlantico ci sono le isole vulcaniche delle Azzorre che si potrebbero scatenare, inviando un altro tsunami verso l’Europa e verso l’altra costa degli USA. Un altro evento preoccupante sarà un’espulsione di massa coronale dal sole, nel mese di ottobre: avrà un pesante impatto sulla rete elettrica della Terra, e uno spostamento dei poli di oltre 30 gradi che anche qui potrà creare grandi tsunami“.
Dalla nuvola di detriti che segue il pianeta – ha aggiunto Meade – si sganceranno numerosi asteroidi, nel corso dell’autunno, e potranno colpire la terra. Inoltre questo pianeta X porterà con se 7 corpi orbitanti, tra cui un grande pianeta blu chiamato Nibiru“.

Danger......

Di teorie bizzarre sul web ne leggiamo tantissime ogni giorno, ma stavolta ad indicare una possibile catastrofe planetaria non è un “santone” dei social network bensì un vero e proprio stuidioso, un ricercatore di nome David Meade, che ha pubblicato il libro “Planet X – The 2017 Arrival” (Kindle Edition, non è ancora stato tradotto in italiano).
Secondo gli studi di Meade, un pianeta “X” si starebbe muovendo verso la Terra e pur non colpendola, sarà in “rotta di collisione” toccando un punto ad inizio Agosto in cui l’attrazione gravitazionale potrà provocare violenti terremoti (“fino a magnitudo 9.8“) e devastanti tsunami. Secondo le analisi di Meade, soltanto il 50% della popolazione mondiale rimarrà in vita dopo la catastrofe. Siamo sette miliardi e mezzo, quindi dovrebbero salvarsi poco meno di 4 miliardi di persone mentre ne morirebbero altrettante.

Il pericolo asteroidi diventa sempre più concreto......



Se un asteroide...

www.ansa.it

Se un asteroide killer simile a quello che 66 milioni di anni fa ha provocato la scomparsa dei dinosauri prendesse di mira la Terra, avrebbe il 13% di possibilità di provocare un’estinzione di massa. E’ la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell’università Tohoku e dell’Istituto di ricerca meteorologico Tsukuba, in Giappone, in uno studio pubblicato su Nature.
Sessantasei milioni di anni fa, un asteroide di circa 9 chilometri di diametro ha colpito una vasta area con rocce sedimentarie ricche di idrocarburi e zolfo in quella che oggi è l’attuale Penisola dello Yucatan, in Messico. Recenti studi hanno dimostrato che l’impatto ha riscaldato gli idrocarburi e lo zolfo contenuti nelle rocce, liberando nell’atmosfera fuliggine e particelle di solfato che hanno oscurato per lungo tempo i raggi solari, causando un crollo globale delle temperature e la siccità. A questi eventi è seguita l’estinzione di massa che ha portato alla scomparsa dei dinosauri.
La quantità di idrocarburi e zolfo contenuta nelle rocce varia notevolmente a seconda dei luoghi. Questo ha suggerito agli autori dello studio, Kunio Kaiho e Naga Oshima, che il livello di raffreddamento del pianeta e le possibilità di un’estinzione di massa dipendevano proprio dal luogo dell’impatto. “La probabilità di un significativo raffreddamento globale, l’estinzione di massa e la successiva comparsa dei mammiferi – hanno osservato i ricercatori – era abbastanza bassa dopo l’impatto di un asteroide sulla superficie terrestre”. Un evento così catastrofico si è verificato perché l’asteroide ha colpito un’area ricca di idrocarburi.
A modificare la storia della vita sulla Terra, quindi, non è stato solo l’impatto di un asteroide, ma il luogo in cui è avvenuto. Se l’impatto fosse avvenuto in aree con concentrazioni inferiori di idrocarburi, non ci sarebbe stata un’estinzione di massa.
Secondo i ricercatori circa il 13% della superficie terrestre soddisfa i requisiti che hanno causato l’estinzione di massa.

Phaethon.

3200 Phaethon” è un asteroide del diametro di circa 4,8 km: vaga nella nostra galassia, entrando e uscendo dalle orbite planetarie durante il suo viaggio. Il mese prossimo, il sasso spaziale “sfiorerà” la Terra alla distanza di quasi 10 milioni di km, che, in termini astronomici, non è poi così trascurabile.
Phaethon (Fetonte, come il figlio del dio sole della mitologia greca, che aveva quasi distrutto il mondo) è un corpo celeste che completa un’orbita attorno al Sole ogni 1.4 anni: durante il suo tragitto annuale si avvicina anche alla Terra, e quest’anno passerà molto vicino. Il momento di massimo avvicinamento sarà a metà dicembre (intorno al 16), qualche giorno prima della consueta pioggia di meteore delle Geminidi.
Se la sua vicinanza alla Terra non fosse abbastanza, c’è da considerare che l’asteroide è anche molto grandecirca la metà dell’oggetto che secondo gli scienziati avrebbe provocato l’estinzione dei dinosauri. Di conseguenza, la NASA lo ha classificato un “asteroide potenzialmente pericoloso” (potentially hazardous asteroid, PHA).




Phaethon è una vera e propria anomalia e l’Agenzia statunitense non sa ancora come classificarlo: sebbene tecnicamente sia considerato un asteroide, è anche l’unico osservato ad essere responsabile di uno sciame meteorico.
Di solito le piogge di stelle cadenti sono il risultato di detriti ghiacciati di una cometa che evaporano man mano che si avvicinano al Sole: questi vengono quindi proiettati nello spazio ed alcuni raggiungono l’atmosfera terrestre ad alta velocità, regalandoci uno spettacolo suggestivo.

Lo sciame meteorico delle Geminidi in ciò è insolito, in quanto è originato dall’asteroide 3200 Phaethon: per questa ragione la NASA suggerisce che forse, in passato, l’asteroide era una cometa. In ogni caso l’origine di 3200 Phaethon rimane un mistero.
Gli asteroidi sono grandi “sassi spaziali” che non sono abbastanza grandi da essere classificati come pianeti. 3200 Phaethon ha viaggiato a lungo nel nostro Sistema Solare e probabilmente si è originato da qualche parte tra Marte e Giove: infatti la gran parte degli asteroidi probabilmente è nato in quest’area, perché, durante la formazione del Sistema Solare, la nascita di Giove ha impedito ad altri corpi planetari di formarsi nell’area tra Marte ed il gigante gassoso. Per questo motivo i piccoli oggetti presenti si sono scontrati tra loro e si sono frammentati divenendo asteroidi, ancora oggi a volte visibili anche nel cielo notturno.


image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2016/09/asteroide-terra-300x227.jpg
Credit: NASA

La NASA ha spiegato che la gravità di Giove ha spinto i detriti di 3200 Phaethon verso la Terra nel corso degli ultimi secoli, cosa che potrebbe portare a Geminidi sempre più spettacolari.

Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2017/11/asteroide-3200-phaethon-natale-meteore-stelle-cadenti-geminidi/1007276/#7mhvA6EVOkVo3fEQ.99