sabato 17 maggio 2014

Interessante...

                                          Veramente    Interessante......


IL POPOLO DEGLI UOMINI BLU: CONTATTO CON UOMINI DI ALTRI MONDI NELL'ANTICA SARDEGNA?




















Extraterrestri dalla pelle blu nei “Racconti della Nuragheologia”

“Quanto agli “uomini blu”, con tale denominazione venivano chiamati gli abitanti di altri mondi in contatto con i protosardi, secondo un rituale che presentava diverse varianti.
In altre parole, certi protosardi comunicavano con gli extraterrestri mettendosi sopra i nuraghi o in un altro luogo dove regnava il silenzio, stesi col corpo nudo su una pietra levigata, in linea con le stesse che emanano micro onde cosmiche capaci di essere ricevute dai recettori umani. Oltre a ciò occorreva una grande concentrazione che consentiva di ricevere questi suoni muti.”

Raimondo De Muro nasce a Siurgus Donigala nel 1916, scrittore e organizzatore culturale, ha dedicato la sua vita alla conoscenza e alla promozione delle tradizioni del suo paese natio e della Sardegna, ma sempre con grande curiosità e apertura per le cose del mondo. Prevedendo con largo anticipo l’importanza del turismo e della cultura per lo sviluppo dei paesi della Sardegna, fu fondatore del gruppo folkloristico di Siurgus Donigala e presidente della ProLoco negli anni ’60.

I racconti della Nuragheologia sono stati scritti da Raimondo de Muro, nell’arco di oltre trent’anni. L’opera completa consta di cinque romanzi, più un sesto libro che è una sorta di compendio di quelle che egli definisce “le norme di vita della Nuragheologia”. Cosa sia la Nuragheologia, non è facile da spiegare. De-Muro sostiene che, in Sardegna è esistita, e forse in qualche modo sopravvive ancora, una sorta di “organizzazione comunitaria”, diffusa soprattutto nel mondo agro-pastorale, con proprie leggi e norme di condotta; un ordinamento sociale che, correndo parallelo alle vicende storiche ”ufficiali” dell’isola, affonda le sue radici nei millenni, risalendo fino all’epoca nuragica. I racconti furono pubblicati nei primi anni ottanta da una piccola casa editrice, ora non più attiva, e ormai sono in circolazione poche copie; nonostante ciò La memoria della Nuragheologia è ancora viva, non solo in Sardegna. Nei racconti leggiamo che i grandi padri della Sardegna hanno tramandato che un corpo celeste (Nibiru?) centrò la terra e questa si incurvò dalla parte orientale. Perciò le antenne dei Nuraghi persero per sempre la loro finalità di comunicazione con gli abitanti degli altri mondi. Ma come avvenne questa comunicazione? L’uomo sarebbe dotato di orecchie nascoste (i recettori magnetici) in grado di captare le voci di mondi lontani, a patto che questi organi di senso vengano esercitati. Ma se non si conosce l’alfabeto di questi segnali non si comprendono i messaggi.

Lo stesso Raimondo De Muro, nei “Racconti della Nuragheologia” scriveva:

“Cento bisavoli prima del bisavolo mio, nella Sardegna, raccontano gli antichi, sono venuti gli uomini del pianeta blu, a pelle blu e liscia che pareva di porcellana, con un corpo che pareva pieno di aria, ma non era di aria ma trasparente come una vetrina, che non era possibile toccarli se uno non voleva essere fulminato all’istante. Dicono gli antichi che erano uomini di alta statura, con la faccia uguale alle statue di bronzo e di pietra che ricordano questa venuta. Sulla testa portavano un corno come un vomere e sulla fronte un porro che lampeggiava. Si erano fatti vie di fuoco e in queste vie restava la polvere della vita e da questa polvere è nato ogni essere vivente, racconta il proverbio antico.
Si tratta di una spiegazione, questa della nuragheologia, piuttosto avventurosa, ma che dimostra, ancora oggi, la sua validità, posto che non si possano essere certezze in materia. In realtà non sappiamo che cosa sia realmente la vita. Sappiamo solo che alcuni suoi ingredienti di base come l’idrogeno, l’ossigeno, l’azoto, il carbonio esistono un po’ dappertutto e che questi, aggregandosi, servono come materiali della struttura vivente. Ma, scoperti i mattoni della vita, il resto è buio completo! Resta solo questo racconto della nuragheologia, che non è racconto mitologico ma una esperienza vissuta da lontani progenitori, che può essere e non può essere!”

Poi De Muro scrive anche sulla Grotta del Bue Marino:

“Sicché, quando i giovani saranno i vecchi e i vecchi saranno i giovani l’avvenimento ricordato con quella scrittura figurata, nella parte della grotta del Bue Marino e non solo in quella ma in mille altre grotte marine e terrestri dell’isola, se queste fossero state lasciate intatte con la loro storica narrazione, si ripeterà, cioè, l’incontro avvenuto nell’isola tra i Sardi che avevano esperienze di galazzoni e quindi a conoscenza dell’esistenza, non solo di altre infinite umanità più o meno a somiglianza della nostra, ma anche di infiniti altri pianeti, più o meno consimili alla terra, coi quali è possibile, un incontro, come quello già avvenuto circa tremila anni fa.
Si dirà che questo è fantascienza, ma non lo è affatto, perché un simile avvenimento è scientificamente probabile che sia avvenuto, perché, oggi, siamo in grado di provare che a quell’epoca, un gruppo di pianeti della Via Lattea e precisamente quelli della costellazione di Sino si trovavano dalla terra, per via dell’eterno spostarsi nell’universo, a circa cinquanta anni luce di distanza (la galassia è un disco di centomila anni luce). A quella distanza era possibile «incontrarsi», perché, i Sardi e quindi gli extra terrestri ancora di più, i loro «messaggi» li trasmettevano con la percezione sensoriale (oggi purtroppo un esercizio impossibile per l’uomo non più addestrato da sessanta generazioni) il che permetteva loro di ricevere e trasmettere col pensiero, ad una velocità di gran lunga superiore ai trecentomila chilometri al minuto secondo.”

C’è un fatto testimoniale incontrovertibile, che nessuno può negare, ed è che in Sardegna, nelle sue grotte e anche nelle grotte di altri popoli, esistono ancora e sono alla vista di tutti, delle incisioni o figurazioni schematiche antropomorfe che raccontano questo incontro.

“Non è pensabile che questi esseri umani abbiano perso il tempo a fare ciò per gioco – racconta De Muro – se lo hanno fatto vuol dire che hanno trovato bisogno di eternare e far sapere ai posteri questo straordinario avvenimento. Avvenimento che si ripeterà, ed è questo forse il motivo che li ha indotti a fare quelle iscrizioni in ogni grotta, perché lo capissero e lo sapessero tutti e tutti si preparassero, quando i giovani saranno i vecchi e i vecchi saranno i giovani. Ma quando? Quando quel pianeta si ritroverà nella medesima distanza di quella epoca? Questo è il punto, quando avverrà ciò?
In qualunque tempo avvenga questo ritorno degli uomini blu è un problema che riguarderà le generazioni future, a noi, oggi, ci serve, prendere atto che gli antichi ci hanno lasciato una «notizia», in cui ci dicono che altri esseri umani di altri mondi, sono venuti qui su questo pianeta e che torneranno. Prendiamo atto di questa «documentazione»”

Da sempre gli extraterrestri ci bombardano di notizie, solo che noi non le sentiamo e non le comprendiamo: L’uomo avrebbe perduto tante capacità che lo rendevano simile agli abitanti degli altri mondi, allontanandolo da un tipo di vita che asseconda la natura umana. Ma quando questa possibilità di comunicazione era attiva, ecco come avveniva, secondo i precetti di un tempo codificati in sardo, che De Muro ha reso così in lingua italiana:

“Se vuoi avere le orecchie accese, mettiti in testa il casco con le orecchie riceventi, come facevano gli antichi, quando andavano al nuraghe per ascoltare le voci dei pianeti. Narra la storia antica che il casco con le antenne (fatto di sottili fili di rame e pelle di daino), come la protuberanza carnosa (fatta di sensibili organi riceventi) che ha la forma di un vomere, degli uomini blu, sono stati ricordati con le statue di bronzo nascoste in luogo sicuro e che gli stranieri hanno interpretato per un elmo cornuto e un copricapo di ferro”.
Secondo questa antica testimonianza, gli elmi di certi bronzetti sarebbero sormontati da antenne sofisticate, non da corna di animale.”
“La Sardegna sarebbe ubicata al centro del pianeta e in posizione di radioascolto ottimale. Una simile centralità le fu riconosciuta da Tolomeo e anche dal padre Gemelli in uno scritto del 1738. Il continente americano – concludeva De Muro – è in banda negativa per capire questi segnali, mentre la Sardegna, il monte Sinai e il Tibet dovrebbero trovarsi in banda positiva. Se il centro radio NASA fosse ubicato in Sardegna, le probabilità di collegarci con gli alieni sarebbero maggiori. Tra le migliaia di testimonianze registrate da De Muro, dalla vive voce di coloro che avevano memorizzato uno scibile antico (che l’autore ha selezionato col criterio della autenticità e attendibilità), ci sono molte indicazioni sui presunti rapporti tra gli abitatori delle isole e gli extraterrestri. In particolare, nel sesto e ultimo volume dei “Racconti della Nuraghelogia”.

I grandi padri della Sardegna hanno tramandato che un corpo celeste centrò la terra e questa si incurvò dalla parte orientale. Perciò le antenne dei Nuraghi persero per sempre la loro finalità di comunicazione con gli abitanti degli altri mondi. Ma come avvenne questa comunicazione? L’uomo sarebbe dotato di orecchie nascoste (i recettori magnetici) in grado di captare le voci di mondi lontani, a patto che questi organi di senso vengano esercitati. Ma se non si conosce l’alfabeto di questi segnali non si comprendono i messaggi.


In altre parole, certi protosardi comunicavano con gli extraterrestri mettendosi sopra i nuraghi o in un altro luogo dove regnava il silenzio, stesi col corpo nudo su una pietra levigata, in linea con le stesse che emanano energie cosmiche capaci di essere ricevute dai recettori umani. Oltre a ciò occorreva una grande concentrazione che consentiva di ricevere questi suoni muti.
De Muro tratta l’argomento con molta perizia e lo tratta in maniera scientifica segnalando e argomentando su ciascuna fase di quella che fu un esperienza senza pari.

I nomi dei 170 Nuraghi, così ben studiati e usati per un fine celeste, la grafia, i petroglifi, le norme di comportamento della nuraghia, i brebus, i precetti salmodiati col tono di voce bassa, i diccius, i racconti popolari, rendono l’idea a chiunque voglia accostarsi e comprendere. Questo materiale, andrebbe preso sul serio, non solo affinché possiate conoscere, ma anche affinché possiate seriamente sperimentare di persona cosa significhi tutto ciò.

...è così...

                       


                                  Teoria solo apparentemente incredibile......



LA TERRA SI TROVA DENTRO UN BUCO NERO

Un fisico americano insiste nell'affermare di aver trovato una teoria valida del Big Bang

Il fisico teorico Nicodem Poplawski dell' Indiana University (USA) insiste nell'affermare di quale natura fu il Big Bang. Secondo il fisico il nostro universo si trova all'interno di un profondo buco nero. Poplawski ha da tempo sviluppato un modello teorico che postula che tutti i buchi neri astronomici altro non sono che entrate in ipotetiche gallerie che collegano le diverse regioni dello spazio-tempo (il cosiddetto ponte di Einstein-Rosen o 'wormhole'). Secondo lui, l'altro lato delle gallerie sono l'opposto dei buchi neri, vale adire, buchi bianchi. Se i buchi neri sono aree di spazio con una gravità così forte che niente, anche se si muove con la velocità della luce, è possibile abbandonare, i bianchi, invece, sono aree in cui nulla può penetrare.
Nel frattempo, all'interno dei tunnel vengono create le condizioni che assomigliano a un universo in espansione. Secondo Poplawski, lo spazio-tempo è flessibile e contorto. La torsione potrebbe influenzare i processi nello spazio-tempo da soli nell'universo primordiale, quando le distanze tra le particelle sono molto piccole, mentre gli effetti quantistici risultano essere molto forti. Le sollecitazioni fisiche al momento del twist era una potente forza repulsiva che ha resistito alle forze di gravità.

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Poplawski assume come modello una stella nel momento in cui sta diventando un buco nero, le forze
di gravità prevalgono, comprimendo la materia ad una densità molto elevata. Ma la questione non
ottiene densità infinita. Più forte è la natura della compressione e più da modo agli effetti quantistici di
divenire più forti e resistenti alla torsione gravitazionale reagendo sempre di più. A un certo punto, il
buco nero assume molta importanza della 'pra-universo' che lo circonda ottenendo una densità così
elevata che questo rafforza la coppia nella misura in cui questo causa un Big Bang. Nei momenti iniziali,
l'espansione dell'universo è il flash, ma in seguito ritarda a causa del calo della coppia. Poplawski
credeva che la coppia sia stata scomposta in materia electronos e quark e antimateria, per diventare la
materia oscura. Questo spiega l'attuale squilibrio: l'antimateria è un deficit, dal momento in cui il Big Bang
è divenuto materia oscura. Per lui, l'interno di ogni buco nero viene convertito in un nuovo universo.
Il fisico americano è convinto che le attuali osservazioni astronomiche dimostrano la vitalità della sua
teoria. Sottolinea che tutte le stelle e i buchi neri girano, sarebbe logico se il nostro universo abbia
ereditato l'asse di rotazione dal "padre" del buco nero come una "direzione preferenziale". Sottolinea che
recenti rapporti che includono più di 15.000 osservazioni di galassie mostrano che in un emisfero
dell'universo la maggior parte delle galassie a spirale sono 'mancine', ad esempio, ruotano in senso orario,
mentre nell'altro emisfero sono più 'abili'. Per lui, questa è una prova forte della sua teoria.
Poplawski sta lavorando da anni a questa teoria. Per la prima volta ha presentato al pubblico tutti i dettagli
nella sua relazione finale nel 2010. In quel periodo ha ricevuto qualche forte critica in questo senso: la
maggior parte degli esperti hanno convenuto che la sua teoria non fornisce alcun metodo per verificarne la
vericità. Tuttavia, questo non sembra scoraggiare il fisico. Continua a sviluppare la teoria, come dimostra
l'ultima pubblicazione su Insidescience e PhysOrg.              




                                                                                          Teoria solo apparentemente incredibile......

venerdì 16 maggio 2014

Guardami nell'anima...



Come promesso vi informo che la mia raccolta di poesie, che ha per titolo "Guardami nell'anima", è gia in venita online e può essere anche ordinata presso la vostra libreria di fiducia.



A seguire, un piccolo regalo per voi, una poesia che fa parte di questa raccolta.

















Amore a tutti i costi 



Amore, 
principio cosmico per eccellenza... 
scambiato in terra per brama di possesso, 
e magnificenza. 

Amore freddo, 
torbido ed appariscente... 
fatto di sesso ed interessata appartenenza, 
che è solo un'illusione affliggente. 

Amore assassino, 
falso sentimento traditore, 
di anime nobili accaparratore... 
colmo di speranze fallaci, 
di cuori sinceri sei l'accalappiatore. 

Amore tradito, 
maltrattato ed inutile, 
proteso alla farsa, 
ed in questo abile. 

Amore verace, 
ma non ricambiato... 
da falso sentimento, 
inutilmente abbagliato... 
poi raggirato ed abbindolato. 

Amore sincero, 
ma devastante e coinvolgente, 
che dopo diventa troppo accondiscendente, 
poi acquiescente ed affliggente. 

Amore ipocrita, 
fintamente profondo, 
che agita le sue patetiche ali stridendo, 
ciò nonostante creduto baciando. 

Amore passionale... 
sfrenato e torbido, 
malato di perversione, 
per questo acido... 
vulnerabile come un sorriso fracido. 

Amore pazzo, 
che divora le interiora, 
dapprima ti suggestiona, 
magari ti innamora... 
ti accalora, ti appassiona, 
poi ti devasta, 
e mettendoti all'asta ti disonora, 
ti adolora... 
poi ti divora. 



giovedì 1 maggio 2014

Domandatevi il perché.

Domandatevi il perché proprio adesso della creazione di questa enorme arca, se la paura di darvi una risposta, che per altro il vostro io interiore conosce già, ve lo consente......


Un team di scienziati inglesi, italiani e americani, hanno creato una nuova Arca di Noè per salvare l’umanità da un eventuale catastrofe planetaria.

Sembra assurdo, ce l’hanno mostrata nel film “2012″ , ma in realtà l’hanno costruita. Parliamo della riproduzione, seppur molto diversa e non più marina ma spaziale, della famosissima Arca di Noè. Il progetto è stato portato avanti da un team di scienziati, italiani, inglesi e americani, appartenenti ai gruppi di Greenwich, Warwick e Surrey. Il progetto consiste nella possibilità di poter salvare vite umane in caso di una catastrofe planetaria che renderebbe inabitabile il nostro Pianeta come ad esempio, un attacco nucleare o biologico e trasportare i fortunati in giro nello spazio alla ricerca di un altro Pianeta che possa ospitare la vita.
Arca di Noe Spaziale per salvare l'umanità
Arca di Noe Spaziale per salvare l’umanità
Per la messa in opera sono state usate biotecnologie che permettono di utilizzare biocarburante attraverso l’energia solare e non far fermare l’Arca durante il viaggio. L’opera verrà presto ultimata, tutta la comunità scientifica si dice entusiasta di questo progetto e spera che l’umanità comprenda il forte bisogno di rispettare la natura e di non dover mai ricorrere all’utilizzo di questo mezzo.