giovedì 26 settembre 2013

HTAED.



Vi racconto una storia...


Un giorno qualunque, di un anno qualunque, un giovane e forte contadino timorato di Dio, mentre sta tracciando con il suo aratro il primo solco al centro del suo campo, è costretto a interrompere il suo lavoro perché il vòmere, la lama che taglia il terreno in orizzontalmente mentre avanza, insieme all'altra lama che taglia la zolla in senso verticale permettendone il rovesciamento,  vengono improvvisamente bloccate da qualcosa sepolto proprio in quella zona del campo...

L'uomo allora si ferma perplesso e, dopo aver spostato da un lato l'aratro in modo da poter scavare con la sua zappa per capire cosa c'è la sotto, dopo parecchio tempo, e dopo aver spostato molta terra, si rende conto di aver riportato alla luce quella che sembra essere una grande lastra metallica, completamente e finemente lavorata da abili artisti.

Si ferma per osservare attentamente ciò che adesso è al di sotto dei suoi piedi, si toglie il capello e si gratta la testa incredulo e curioso...

Si china e accarezza affascinato quello strano materiale che non riconosce, domandandosi il senso di una simile cosa in un terreno in mezzo al nulla...

Si rialza e prova camminarci sopra rendendosi conto che, il suo peso produce un rumore di vuoto che proviene proprio da sotto quella grande lastra, allora istintivamente ma con delicatezza, prova a pestare un po' più convinto, arrivando alla certezza che la sotto si cela certamente qualcosa...

Si domanda dove possa quindi esserci un qualche passaggio che lo possa condurre in quella che potrebbe essere una sorta di stanza sotterranea, perciò fa un giro attento intorno al perimetro della grande placca metallica per delimitarne i limiti, trovare una porta e capire se essa possiede anche delle pareti che proseguono al di sotto del terreno, o se è semplicemente poggiata su di esso.

Poco tempo dopo ha così modo di rendersi conto che quella che sta sotto i suoi piedi non può che essere uno spazio ben delimitato e protetto.

Si ferma nuovamente per vedere se tra i mille intarsi che rappresentano scene paradisiache, c'è qualcosa che da l'idea di delimitare un qualche passaggio...
...e un istante dopo nota che proprio dove adesso poggia i suoi piedi, c'è una sorta di porta orizzontale ovale.

Si china per osservarla meglio e capire quale possa essere il miglior modo di aprirla senza forzarla o rovinarla, notando così che essa invece della solita toppa, ha disegnata una croce...

Si siede e sorride guardando la piccola croce che porta al suo collo, decisamente molto più piccola rispetto a quella che servirebbe per aprire quella strana porta, comunque sia, spinto dall'istinto nel quale lui stesso fatica a credere, con l'ingenuità di un bambino la sfila dalla sua catenina e la inserisce ansioso in quella apertura.

Ovviamente quella sua croce, essendo così piccola, cade di sotto...

Sta in silenzioso ascolto per udire se essa cadendo produce un qualche rumore che possa dargli l'idea della profondità del vuoto sotto la lastra, ma ovviamente, date le piccole dimensioni di questa, non sente niente di niente...ma...proprio in quell'istante sente un "clack" e si rende conto che la porta si è magicamente aperta...

Un po' impaurito e sconcertato si scosta di scatto rotolando un po' più il là, ma poi, vinto dalla curiosità che prevale sulla paura, si avvicina con passo indeciso e apre la porta ovale...

Dopo aver spalancato quella strana botola, si affaccia ma non vede niente tanto è buoi la sotto, ma proprio mentre sta pensando che deve ritornare nella sua non lontana casetta per prendere un lume a petrolio, inspiegabilmente ogni cosa sotto i suoi occhi increduli, viene illuminata da una miriade di strane candele che si accendono all'unisono, come alimentate dall'aria salubre proveniente dall'esterno.

Nota proprio allora, anche una lunga e larga scalinata e decide quindi di scendere per capire quale segreto possa mai essere custodito al di sotto del centro di quel suo terreno.

E...una volta raggiunto il pavimento di quello che pare essere un vero e proprio tempio, gli sembra di udire la risata vivace e dolce di una fanciulla, che proviene proprio da dietro le sue spalle...
...si volta per niente spaventato ma solo curioso...e solo allora ha modo di vedere un enorme sarcofago trasparente come il vetro, all'interno del quale c'è proprio una splendida giovinetta...

Resta talmente sconcertato da quella visione celestiale, di una bellezza decisamente non umana da non poter essere descritta adeguatamente a parole, da sentirsi mancare nonostante la sua corporatura massiccia.

Cerca un sostegno e respira profondamente, poi cauto ed ammaliato si avvicina per osservare meglio quella giovinetta che pare la più bella delle principesse...

La sua pelle è bianca come la neve appena scesa, irreale come tutto la sotto, i suoi occhi sono verdi come il più puro degli smeraldi e sono aperti!

La sua bocca finemente disegnata e socchiusa in un dolce sorriso che ferma il respiro, ed i suoi lunghi capelli biondi come l'oro ben levigato, fluttuano in un liquido trasparente che satura il sarcofago dove lei è adagiata...

Anche il suo lungo abito bianco si muove come fosse soavemente accarezzato da un leggero venticello primaverile, e la sua fronte è cinta da un nastro di diamanti che abbagliano la vista.

Timoroso e riverente il giovane contadino si avvicina per osservarla meglio rapito da tanta bellezza, per poi scostarsi spaventato quando gli pare che lei sorride proprio a lui e lo guarda a sua volta curiosa...

In quel momento sente che un energia strana, dolce e irresistibile, gli invade corpo e la mente... per un attimo ha paura ed allora scappa via.

Chiude la botola e copre bene tutta la lastra con la terra per celarla a sguardi indiscreti, poi sfinito corre a casa per pensare al da farsi.

Lì trova la madre intenta a preparare il pranzo, che appena lo vede capisce dal suo sguardo che qualcosa non va, quindi gli si fa incontro e gli asciuga amorevole il viso sudato e spaventato, poi lo invita a sedersi e gli domanda il perché del suo stato.

La saggia donna, dopo aver udito il racconto del figlio, gli consiglia di non tornare li per non turbare il sono di quella giovinetta e di arare invece il capo vicino che comunque è abbastanza grande per le loro esigenze...
...ma il caso vuole che un vagabondo, a cui la notte prima hanno dato riparo, abbia udito quanto loro si sono appena detti...

L'uomo, irriconoscente del bene ricevuto, dopo aver pranzato insieme ai due riprende il suo viaggio, con l'intenzione di non tenere per se il segreto del quale è appena venuto a conoscenza, infatti appena giunto nella città più vicina vende quella preziosa informazione per alcuni danari al più ricco del posto, così quella voce corre veloce come la bora più fredda e violenta, passando di bocca in bocca sporcando ad ogni passo la verità di quella meravigliosa scoperta.

Quindi inizia a giungere in quel paesino e poi nel non lontano campo del giovane contadino, gente da ogni dove mossa dai più svariati interessi, ma sempre generati da vile interesse e dall'attrazione suscitata dalla "morta vivente" di cui tutti oramai parlano.

C'è chi grida miracolo, chi attribuisce ad un opera di stregoneria quella situazione incredibile, chi invece vede solo un nuovo e sicuro modo di fare denaro ed aumentare il proprio potere riuscendo a far propria quella realtà...
...solo il contadino e poca altra gente è disperato per ciò che accade, perché in cuor suo ha terrore per quello che a livello istintivo sente avverrà, e pur non avendo colpa si sente colpevole.

L'attrazione suscitata dalla fanciulla risparmiata dal disfacimento inevitabile dell'impietosa morte, è spaventosa e non conosce barriere, tanto che il povero contadino non riesce più a fare niente per proteggere il dolce sonno della giovinetta.

La gente è impazzita perché si convince che, anche solo toccando il suo sarcofago, possa evitare la morte e la paura di essa che in vita li uccide...

Il Papa stesso venuto a conoscenza della cosa, reclama come proprietà esclusiva della chiesa quel sarcofago che poco tempo dopo viene quindi estratto dal tempio metallico sotterraneo, per poi essere trasferito a Roma per essere esposto.

Molti prodigi si compiono sotto la luce del sole, ed altrettanti sotto lo sguardo benevolo della luna...

Giunta quella voce sino al Re, lui stesso reclama il possesso della creatura come cosa sua, contendendosela con l'intero potere ecclesiastico e l'ira della gente che non vuole privarsene.

Quindi il Papa ed il Re arrivano costretti ad un compromesso: a periodo alterni la "fanciulla figlia del sole"...così appunto era chiamata, veniva spostata ora qua ora la...

Per questo motivo, con il passare del tempo nel sarcofago finirono con il crearsi piccole ed invisibili crepe, ed il liquido all'interno di esso incominciò ad evaporare lentamente.

Nel mentre il Papa farneticava e diceva di essere eterno, come pure il Re...

Ma quando inaspettatamente il vetro del sarcofago cominciò ad opacizzarsi e lo splendido viso della giovinetta ad annerirsi, tutti cominciarono spaventati a prendere le distanze, quindi esso venne spostato nottetempo in un piccolo cimitero e dimenticato.

Solo il giovane contadino che non si era mai dimenticato di quella splendida fanciulla della quale, nonostante la corrosione creata dall'inclemenza della morte che tutto avvolge e divora, lui continuava a vedere solo lo splendore eterno, aiutato dalla notte ne rubò le sue spoglie, e dopo averla riportata nel suo campo la seppellì nuovamente in un punto segreto, ed ogni giorno che seguì quello della sua inumazione... mai e poi mai dimenticò di portare un fiore nella sua tomba."

 ***


"Nella sua semplicità il giovane contadino, non temendo la morte e non consentendole di modificare quel sentimento che lui, anche dopo la sua stessa morte, mai smise di provare, l'aveva vinta andando oltre il disfacimento materiale che essa crea, invece la maggior parte degli esseri umani la vivono nel peggiore dei modi...morendo giorno dopo giorno per la paura che di essa hanno. "



 ***


Che limitata visione è quella che colloca la morte alla fine del lungo percorso, non comprendendo che esso è invece infinito...

E' innegabile la cessazione permanente delle funzioni biologiche che caratterizzano tutti gli organismi viventi, ma da qui a parlare di essa come l'oscurità che tutto ingoia per sempre...ce ne passa vi assicuro.
La fine giunge solo per il corpo, fenomeno questo del tutto naturale ed indispensabile che emerge dalla caratteristiche strutturali dell'organismo stesso perché tutto ciò che nasce, prima o poi muore.
Ma l'algor mortis, il rigor mortis, il livor mortis, la decomposizione, sono dei fenomeni che divorano solo l'involucro che ha sempre una data di scadenza a prescindere dagli anni...
Infatti è vero che nella maggior parte dei casi la morte giunge in vecchiaia, ma è altresì vero che il percorso si possa spesso concludere dopo un viaggio più o meno breve, il significato del quale non può essere compreso da tutti gli esseri.
L'esperienza della vita è determinante per l'essere umano, il quale però non deve fare mai l'errore di attaccarsi troppo ad essa correndo il pericoloso rischio, di ritrovarsi "l'amaro in bocca" che altera il percorso che ad essa segue...
Infatti ciò che resiste allo scorrere del tempo, perché non ne comprende l'esistenza, è un altra vita...che non consente l'avvizzimento invece inevitabile durante la vita terrena.

La storia che vi ho narrato, ribadisce l'ineluttabilità della morte e quindi del suo conseguente disfacimento che non risparmia niente e nessuno...
L'essere umano vive la sua esistenza vincolato dalla paura della morte, spesso vivendo male l'esperienza della vita e questo è male...soprattutto per il dopo...
E' necessario prendere coscienza al più presto del fatto che non la si può aggirare, la si deve affrontare ben vigili e consapevoli dal momento che essa è l'unico portale che conduce alla vera ed unica vita, quella che da la vista pur non vedendo.
E sebbene è difficile affrontare la privazione degli affetti cari, che duole più della nostra stessa morte in quanto provoca un dolore sottile e penetrante che uccide lasciando in vita interrompendo bruscamente ogni comunicazione, creando una distanza che diventa giorno dopo giorno incolmabile e soffocante ...è indispensabile reagire positivamente.
Infatti la morte non va vissuta come la peggiore delle sventure, non fosse altro che per il ricongiungimento a cui essa conduce proprio con la stessa energia che ha già compreso l'energia di coloro che abbiamo perso...
La morte è un viaggio, il viaggio per eccellenza, quello più importante...e tutti gli esseri umani possiedono un biglietto per quel viaggio, tutti...nessuno escluso.
E quello che sembra essere" lo sprofondamento finale" in realtà non lo è, quindi..."the rest is not silence."

Provate a pensare alla morte come ad un qualcosa più profonda del sonno che avvolge e coccola...
e non fate come fa lo scorpione quando si sente perso dentro il suo cerchio...
...non pensate nemmeno di scoprire oltre essa "paesi sotto le onde"...o "altre realtà fantastiche ai confini del mondo"...perché ciò che troverete varcata quella soglia sarà, in una parola sola...l'immenso.


Vi sentirete colmi e felici avendo tutto ciò di cui necessitate, niente di più, niente di meno.


Non pensate al "Regno dei morti" così mestamente, non parlatene in silenzio per non turbarli perché quel regno, tutto possiede fuorchè la morte come la intendete voi, e poi, giusto per ironizzare perché è giusto farlo e per gli irriducibilmente spaventati, cito una frase di Epicuro: 

" Il più terribile dei mali, cioè la morte, non è niente per noi dal momento che, quando noi siamo, la morte non è, e quando essa inesorabilmente sopraggiunge, noi non siamo più." 

...e se questo non vi basta vi dico...se un grande come Giacomo Leopardi ha scritto:

"Due cose belle ha il mondo: Amore e Morte..."

...qualcosa vorrà pur dire...no?!?




                                   
by Giulia Assunta Vinci














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