Risvegli pericolosi, terremoti ed esplosioni devastanti.
Tutti sappiamo che un'eruzione vulcanica importante è in grado di minacciare la sopravvivenza della razza umana come è già successo più o meno 70mila anni fa quando si è verificata la terrificante eruzione del supervulcano che si trova sotto il lago di Toba. Si tratta della più intensa degli ultimi 25 milioni di anni verificatasi nella zona vicino all'odierna Sumatra. Questa esplosione è stata in grado di immettere nell'aria 2.800 chilometri cubi di cenere e quant'altro, basti pensare che nel caso dell'eruzione avvenuta a Pompei, che ne ha cagionato la fine, ne sono stati espulsi tre...
Gli effetti di simili eruzioni sono drammatici: la temperatura può scendere anche di 20 gradi oltre a tutto il resto. Nel caso del vulcano che si trova sotto il lago Toba si arrivò quasi all'estinzione. Questo vulcano non è l'unico in grado di dare origine a eventi decisamente apocalittici e, cosa ancora più preoccupante, in questo periodo sono parecchi quelli che stanno manifestando intenzioni decisamente "bellicose": dalle nostre parti l'Etna, il Vesuvio, lo Stromboli, non dimenticando che, a dispetto di quanto spiegano i presunti esperti che dicono di non poter dire niente di preciso però con altrettanta sfacciata sicurezza escludono il peggio senza motivare in modo chiaro tale certezza, nella terra tutto, per forza di cose, è innegabilmente collegato a tutto...
Detto ciò, nel caso specifico dell'Italia, dei suoi vulcani attivi in questo momento, essendo assai vicini comunque e in fermento nel medesimo periodo, un nesso ci deve essere, se poi a quanto già si sa aggiungiamo l'esistenza del Marsili, vulcano sommerso nel mar Tirreno di cui sino a 100 anni fa non si sapeva niente, non c'è da stare tranquilli. Avete mai dato un'occhiata a un qualche video dove si ipotizza una sua eruzione in grado di provocare una frana lungo il fianco, una sorta di collasso della struttura in un punto debole? Lo tsunami che ne seguirebbe sarebbe devastante e se il tutto collegato al tutto facesse la sua parte a quel punto, apriti cielo. Ma facciamo un passo indietro. Se gli eventi non dovessero seguire il corso peggiore, seppure si sa che in certi frangenti non si può lasciare spazio alla speranza ma alle certezze che derivano dal non coprire scomode verità, le conseguenze potrebbero essere contenute. Per comprendere è necessario sapere alcune cose: il Marsili si trova nel mar Tirreno, la sua punta è a centinaia di metri dalla superficie. È lungo 70 km e largo 30. La cima è al di sotto della superficie di 500 metri e la base a 3.500 di profondità, quindi è alto oltre 3 km. Non si tratta di un tipico vulcano a cono bensì è allungato in quanto formato da una serie di coni eruttivi allineati e una serie di fratture eruttive. Se dovesse esplodere potenzialmente sul fianco est, da una nuova bocca eruttiva a circa 850 metri di profondità, la colonna di gas, cenere e materiale vulcanico non riuscirebbe a raggiungere la superficie perché la colonna d'acqua di 850 metri farebbe da tappo consentendo all'energia di disperdersi. L'unico segno in superficie sarebbero delle bolle create dal degassamento e la presenza di materiale vulcanico. Per settimane la situazione resterebbe così. Purtroppo questa è solo la migliore delle ipotesi. Nel "Bulletin of volcanology" si parla di ben altro...
Senza farla troppo lunga, se in seguito all'esplosione si dovesse creare una frana lungo il fianco, cosa assai probabile, provocherebbe il collasso della struttura che darebbe origine a un terrificante tsunami. Il volume di roccia che andrebbe a muoversi sarebbe di circa 17 chilometri cubi, l'equivalente di 6.800 piscine olimpioniche piene di roccia, cenere e quant'altro. Lo scivolamento in basso provocherebbe ovviamente un'importante movimento dell'acqua che andrebbe a produrre una serie di onde anomale: le coste della Campania, della Basilicata, della Calabria nell'arco di 20/30 minuti verrebbero investite da onde anomale di circa 5/20 metri, la Sicilia e le Eolie da onde di 5/15 metri e la Sardegna da onde di circa 2/5 metri.
Insomma, c'è da perderci il sonno.
Come detto all'inizio, nel caso del supervulcano che si trova sotto il lago Toba, si arrivò quasi all'estinzione. Purtroppo questo vulcano non è l'unico che potrebbe dare origine a eventi decisamente apocalittici e, cosa ancora più preoccupante, in questo periodo sono parecchi quelli che stanno manifestando intenzioni decisamente "bellicose": il Vesuvio, l'Etna, lo Stromboli, i Campi Flegrei e chissà il Marsili cosa fa con tutto quello che "bolle in pentola".
E del Novarupta in Alaska che ne dite? Il Merapi è l'Agung in Indonesia? Il Pinatuba nelle Filippine? Il Nyiragongo in Congo?
Ma i sei dell'Apocalisse sono altri: il Taupo in Nuova Zelanda; il supervulcano dello Yellowstone, la cui caldera si trova sotto il parco nazionale statunitense del Wyoming: ha eruttato solo tre volte, l'ultima è stata 640.000 anni fa.
Di 5 ore fa, oggi è il 2 Maggio 2025, è la notizia riportata dagli studiosi che non lo perdono di vista e che lo riguarda: è stato scoperto un tappo di magma, acqua supercritica e altre sostanze volatili a 3.800 km sotto il parco. Questo vulcano da solo è in grado di dare origine a un'estinzione di massa. Anche sul NYT si legge che il magma sta correndo verso la superficie e se le cose dovessero prendere la piega peggiore intere aree del Colorado, del Wyoming e Utah verrebbero sepolte sotto la cenere. L'intera regione precipiterebbe nell'oscurità. La cenere arriverebbe ovunque sino alle coste. I gas emessi si propagherebbero a livello globale bloccando i raggi del sole. Le temperature crollerebbero di oltre 20 gradi per molti anni. Le scarse precipitazioni causerebbero la morte delle foreste tropicali e non solo. Detta in breve, sarebbe una catastrofe immane. Il pericolo è ovunque in questo senso, c'è n'è per tutti i gusti, ma soprattutto adesso questi colossi creano ansia per i loro risvegli che appaiono come coordinati in un certo senso, vedi il Popocatépetl nella regione di Puebla, Messico; il Montemerapi sull'isola di Giava, Indonesia (la montagna di fuoco); lo Stromboli, uno dei 3 attivi in Italia nonché uno dei più pericolosi della terra; l'Etna, il vulcano attivo più alto (3.326 mt.) della placca euroasiatica;
il Kilauca, nelle Hawaii, noto ai locali come "nuvola di fumo che sale"; il Krakatoa in Indonesia, sull'isola di Rakata, caratterizzato da eruzioni violente e molto pericolose; il Monte Fuji, 3.776 mt. la montagna più alta del Giappone, una delle tre montagne sacre; il Santa Maria in Guatemala, uno stratovulcano di 3.772 mt.; il Fagradalsfjall in Islanda, fiume di lava; e, "dulcis in fundo" l'impronunciabile Eyjafjallajokull, il vulcano islandese più pericoloso in assoluto, 1.600 mt., si trova su un ghiacciaio.
Tutti sapete di sicuro che la Sardegna è sempre stata considerata un'isola sicura dal punto di vista sismico e non solo, dal 2003 è stata classificata zona 4 che significa a rischio moderato, in tutto questo "ambaradan" di risvegli e allerta sismici e terremoti decisamente importanti, la cosa come detto, non lascia nessuno tranquillo e nessuno lido inviolato.
by Giulia Assunta Vinci
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