venerdì 20 gennaio 2012

Caro papà.

                    Caro papà.


Papà mio sei giusto...
e mi hai insegnato ad essere giusta.

Sei onesto...
e mi hai insegnato ad essere onesta.

Sei saggio...
e mi hai insegnato ad essere saggia.

Sei leale...
e mi hai insegnato ad essere leale.

Sei costante...
e mi hai insegnato ad essere costante.

Sei tante belle cose...
e me le hai insegnate tutte.

Ma a questo punto della mia vita mi chiedo:
tutto ciò a che mi serve in un mondo
dove prevalgono i disonesti, gli irresponsabili,
le persone sleali e dove nessuno  ha fiducia nel suo prossimo?

Scusa papà, ma ciò che mi hai insegnato,
è morto con te.

Forse anche io...

La bambina che tu hai cresciuto con tanto amore,
è morta appena ha conosciuto il mondo che tu,
padre,
le hai sempre nascosto.



            Giulia Assunta Vinci            (Tratto dal libro : "Immagini nello specchio"  Specchi violati.)

Stolti......

Rogatus tumet,

            pulsatus rogat,

                           
                      pugnis concisus adorat.


Traduzione:


Se è pregato, insuperbisce...

                  se è percosso, prega...


                              se è finito a pugni, addirittura adora!


( Ah! Stolti umani...)

Giordano Bruno

        AL  MAL CONTENTO


Se dal cinico dente sei trafitto,
lamentati di te, barbaro perro;
ch'invan mi mostri il tuo baston e ferro,
se non ti guardi da farmi despitto.
Perchè col torto mi venesti a dritto,
però tua pelle straccio, e ti disserro:
e s'indi accade ch'il mio corpo atterro,
tuo vituperio é nel diamante scritto.
Non andar nudo a tòrre a l'api il mele;
non morder, se non sai s'è pietra o pane;
non girar discalzo a seminar le spine.
Non spreggiar, mosca, d'aragne le tele;
se sorce sei, non seguitar le rane;
fuggi le volpi, o sangue di galline.
E credi a l'Evangelo,
che dice di buon zelo:
dal nostro campo miete penitenza
chi vi gettò d'errori la semenza.



                                      Giordano Bruno

giovedì 19 gennaio 2012

Che bella famigliola......


Ragione, insieme a Verità, figlia onesta ma dolcemente tiranna, passeggia ben lontana dal mondo dedito all'inganno e alla malvagità.

Gli stolti credevano di essersela assicurata pensando che il solo fatto di esistere gli desse una qualche sicurezza non sapendo che Ragione, viva e sempre in fermento, potesse vivere e crescere solo dove albergano anche Rispetto e Libertà.

Esistono intere nazioni che non l'hanno mai conosciuta, in tempi lontani e bui lei non possedeva nemmeno un nome con quale essere identificata, era del tutto assente il concetto della sua essenza.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, eppure gli stolti continuano a preferire di imputridire sotto i grandi, secolari alberi di Menzogna, Malvagità e Disonestà.

In questo mondo maledetto non c'è un solo posto dove Ragione e la sua delicata figlioletta possano vivere serene.

La selvaggia pazzia produce guerre sanguinose che sterminano un numero infinito di esseri innocenti, e, pur essendo profondamente dispiaciuta, Ragione se ne guarda bene dal trovarsi lì anche solo per sbaglio...

Figlie di una ben diversa famiglia sono poi la Donna Politica e la Donna Moneta, con loro sono tre sorellastre, Usura, Ipocrisia, Impostura accompagnate da Inganno, Abominio e Ignoranza.

Ragione, insieme alla piccola Onestà, osserva il loro mal operare ben sicura in un altra dimensione, tutti vorrebbero scoprire in quale luogo sia, certamente non per riconquistare la sua fiducia e magari convincerla a ritornare. L'unico intento che motiva tante stolte menti è quello vile della distruzione e del definitivo annientamento perché sanno che, specchiandosi in lei, non avrebbero più scampo.

Voi, che fate parte delle infinite schiere di quella marmaglia, quando comprenderete di non avere più scampo, provate a rivolgervi alla miserevole Pietas, unica possibile via di scampo, ma non cullatevi pensando che sarà tenera e facile da convincere...

E, a un passo dalla fine, vi domando:" Pellegrini senza metà, è valsa la pena perdere l'anima per così poco?"




                                                                                                 by Giulia Assunta Vinci

martedì 17 gennaio 2012

Riflessioni...


Quant'è strana certa gente.
Si macchia l'animo di tanta distruzione e poi si limita soltanto a tentare di ripulirsi la coscienza agli occhi degli altri come se fosse la cosa più importante.
Però, anche il peggiore di questi esseri non può evitare, anche se "il lavoro di rimozione" agli occhi degli altri funziona, di iniziare pian pianino a marcire dentro restando sospesi tra la vita fisica e la morte spirituale...
Quando arrivano a capire di essersi addentrati in un mondo oscuro che li avvolge facendoli sentire al sicuro, vengono inghiottiti dalla voragine del nulla eterno.
E poco prima, in un tempo talmente breve da non poter essere umanamente misurato, capiscono cosa realmente è importante.
Ma anche che non possono fare più niente per rimediare.



                                                                                  by Giulia Assunta Vinci

Doverosi chiarimenti...

Questo post chiarisce alcuni punti che per troppo tempo ho permesso che venissero ignorati dai più. Date le circostanze nelle quali mi ritrovo, a causa di qualcuno che mi ha pubblicamente tirato in causa dicendo/scrivendo falsità nei miei confronti, della mia famiglia e di una parte di cugini e cugine,  altro non posso fare che chiarire la mia posizione attraverso le parole seguenti...



Riferimento all'articolo del "Corriere della Sera": Imprenditore sardo sequestrato nel 1994: "Pago ancora il mutuo per il riscatto" (cronache di Cagliari) nonché all'articolo de "L'Unione Sarda" di domenica 18 dicembre 2011.


Chi scrive adesso, esercitando il legittimo diritto di replica a un'accusa rivolta direttamente a lei è Giulia Assunta Vinci, indicata nell'articolo in modo errato (come tutto il resto) come "mia cugina Assuntina, che gira in Porsche".
Avendo fatto trascorrere fin troppi anni, nella delusa attesa che chi ha sbagliato potesse rendersi conto degli errori commessi, sono ora costretta a far conoscere la mia versione dei fatti di cui si parla. Una versione che però, a differenza di quanto ha fatto mio cugino Giuseppe Vinci, è corredata da prove scritte e date ben chiare. 
In prima analisi rendo noto che nella primavera del 1994, quando fummo tutti allertati come tante altre volte, della possibilità del verificarsi di un sequestro a nostro danno, i nomi che furono fatti dalle autorità competenti furono ben 4. 
La storia relativa alla mia legittima richiesta di recessione come socia dalle società Vinci ha inizio nel 1984, anno in cui muore prematuramente mio padre… essendosi creata l'impossibilità di portare avanti tutti insieme la gestione dell'azienda, vista la prepotente arroganza da parte dei soci maggioritari (escluso zio Marcello che come mediatore fece anche l'impossibile per cercare di pianificare situazioni non pianificabili…) che non ammettevano "intrusioni", seppure legittime, relative all'amministrazione delle quote che non gli appartenevano, non vidi altra possibilità, per il mio bene e quello di tutti gli altri, che quella di pretendere la liquidazione delle mie quote. 

Dopo anni di vera e propria persecuzione decisi, nell'estate del 1993, di rivolgermi a un serio professionista per mettere nero su bianco (e con gli adeguati toni giuridici) le mie giuste e legali richieste: esistono infatti ben chiare lettere con date chiaramente precedenti il sequestro, che riassumono una situazione che ha iniziato a maturare fin dal lontano 7 febbraio 1984 (anno in cui, ribadisco, morì prematuramente mio padre, Lelio Vinci).

Rileggendo passo per passo l'articolo a cui faccio riferimento e tenendo presente anche altri scritti che riportano affermazioni sia di mio cugino Giuseppe che del padre, Lucio Vinci, è evidente che si è volutamente ostentato il voler far apparire il pagamento del riscatto come un qualcosa che è pesato solo e unicamente sulla loro famiglia… ed è d'obbligo che qualcuno, in questo caso io, faccia chiarezza su questa situazione a dir poco assurda che, senza mezzi termini, potrebbe mettere a grave rischio i membri delle altre famiglie… 

I fatti sono ben diversi da come sono stati prospettati: già dai tempi di mio nonno Daniele Vinci (noi eravamo ancora dei bambini) i nostri genitori e noi appresso a loro, una volta diventati grandi, avevamo ben chiaro come un patto siglato a sangue che a chiunque sarebbe toccato, avremmo dovuto pagare tutti
E così è stato.

A questo punto, vista la malafede di Giuseppe nel ribadire: "… per il riscatto, la mia famiglia pagò 4.250.000.000 di lire…" (mentre la realtà dei fatti dice chiaramente che il pagamento del riscatto è stato possibile solo ed esclusivamente grazie al contributo di tutti i Vinci… anche quelli, sempre a detta di Giuseppe e di suo padre, che "codardamente" sarebbero precipitosamente usciti di scena portandosi dietro le loro quote in quel momento) mi vedo costretta, data la gravità della situazione e con una malizia del tutto legittima, a pormi e porre alcune domande: 

  1. Essendo io ancora in possesso di una lettera nella quale l'intera somma richiesta dai sequestratori risulta essere stata ripartita tra i soci, in proporzione alle quote di capitale possedute all'interno della società GROSVINCI S.R.L., è evidente che si è deciso di comune accordo, di rinunciare ognuno a  una parte del proprio denaro, connesso alla citata società, un credito a valere sugli utili fino a quel momento maturati e a quelli in formazione. Quindi, mi viene spontaneo domandarmi : "A che tipo di mutui contratti col Banco di Sardegna mio cugino fa riferimento…
  2. Come mai è stato indispensabile, sempre a detta di chi ha "gestito direttamente" il pagamento del sequestro, svendere anche il noto Temo Hotel di Bosa Marina, una proprietà facente capo ad un altra società sempre di tutti i soci Vinci, con la medesima motivazione…? Come mai, ripeto, nonostante il fatto che la liquidità fosse già stata raggiunta alla firma della lettera di cui al punto 1, non si è arrivati già in quel periodo all'estinzione totale di un debito di cui si sono fatte carico ben 4 famiglie e non una sola?
  3. Com'è che quando fummo informati della possibilità che stessero preparando un nuovo sequestro ai nostri danni, la prima, in una lista di 4 persone, risultava essere proprio "la cugina Assuntina" (Giulia Assunta Vinci) che nell'agosto del 1993 aveva formalizzato la sua pretesa di liquidazione delle quote relative alla società F.lli Vinci di Daniele S.A.S.? Nell'elenco seguiva mio fratello Paolo, Assunta Grazia e per ultimo Giuseppe (Informazioni, queste che mi furono date quando venni convocata nella stazione dei carabinieri dal Capitano Liore per essere informata del concreto rischio per me, nonché dal responsabile presso il Commissariato di Polizia che richiese la presenza mia e di mio fratello Paolo).
  4. Perché né Giuseppe né Lucio Vinci (che parlano tanto di scarsa moralità e di inesistente sensibilità da parte dei loro "codardi parenti", che a dire di mio cugino "sono usciti precipitosamente di scena") non spiegano, vista la loro enorme loquacità, i veri motivi che hanno costretto ben il 50% dei soci a pretendere di essere liquidati in tempi non sospetti, quando i devastanti rapporti venutisi a creare costrinsero le due parti a mettersi obbligatoriamente "muro contro muro"?
Gli eventi e le affermazioni fatte fino a ora, sia nell'articolo al quale mi riferisco in particolare, sia a quello de L'Unione Sarda del 18 Dicembre 2011 nonché negli scritti stilati su informazioni siglate da Lucio Vinci, fanno sorgere legittima e spontanea un'altra riflessione: ci sarà una qualche relazione tra la mia richiesta di liquidazione (di cui, lo ribadisco, si parlava già da anni e che è stata formalizzata nell'estate del 1993) e il fatto che in quel periodo io fossi l'elemento più a rischio di sequestro all'interno del "gruppo Vinci"?

"Dulcis in fundo", chissà se Giuseppe è al corrente del fatto che quando Lucio Vinci, suo padre, seppe che i primi in lista erano proprio due dei figli del suo sfortunato fratello defunto, disse: "Se prendono uno di loro, non caccio una lira…".
Da questa affermazione è facile capire che la scarsa moralità, l'inesistente sensibilità e l'odio allo stato puro, non stanno che da una parte ben precisa e facilmente individuabile…

Ogni altro commento è superfluo.

P.S. Ritengo doveroso, per correttezza d'informazione, il rendere pubbliche anche queste informazioni dal momento che le persone di cui si parla nei vari articoli (direttamente o indirettamente) hanno il diritto di poter replicare alle insensate e pesanti accuse che gli vengono rivolte.


Questo è quanto, Giulia Assunta Vinci.

Energia, forza, il mondo "parallelo" e le sue leggi...


L'energia positiva respinge sentimenti negativi quali l'egoismo, l'odio, l'orgoglio e tutti gli altri sentimenti simili che, quando fanno prevalere l'eccesso invece della moderazione dettata dall'equilibrio, divengono letali per qualunque forma di vita e di energia stessa...
Chi, consapevole di avere in sé una forza e una potenza di qualsivoglia genere in grado di annientare e distruggere i più deboli e vulnerabili e abusa, con il solo intento consapevole di opprimere per solo interesse o peggio ancora per puro diletto personale ogni altra forma dell'essere materiale e spirituale, trasgredisce alla legge fondamentale della vita stessa, sotto qualsiasi forma essa si manifesti.
Nessuna "cosa" può restare "occulta" in questo mondo ma soprattutto al mondo "parallelo" che tutto vede, giudica e condanna.
Il portale di questo mondo è sempre aperto ma è praticabile solo dagli eletti...



                                                                                        by Giulia Assunta Vinci